E poi?

Mi ha molto colpito questa storia, tratta da un libro di Thimoty Ferris:

Un uomo d’affari statunitense, su ordine del medico, si concesse una vacanza in un piccolo villaggio costiero messicano. Incapace di prendere sonno dopo aver ricevuto una telefonata urgente dall’ufficio, si avviò verso il molo per schiarisi le idee. Lì era attraccata una miniscula barca con un solo pescatore, carica di tonni pinna gialla. L’americano si complimentò con il messicano per la pesca. “Quanto ci ha messo a pescarli?” domandò l’americano. “Pochissimo tempo” rispose il messicano in un inglese sorprendentemente buono.

“Perchè non sta fuori di più e prende più pesce?” domandò allora l’americano. “E’ sufficiente per sostenere la mia famiglia e regalarne un po’ agli amici” disse il messicano, mentre li scaricava in una cesta.
“Ma…che cosa fa il resto del tempo?” Il messicano alzò lo sguardo e sorrise: “Dormo fino a tardi, pesco un po’, gioco con i miei figli, faccio una siesta insieme a mia moglie Julia e giro ogni sera per il villaggio, dove bevo vino buono e suono la chitarra con i miei amigos. Ho una vita piena e impegnata senòr.”

L’americano rise e si allungò in tutta la sua statura: “Signore mi sono laureato a Harwad con un Master in Business Administration e posso darle una mano. Dovrebbe dedicare più tempo alla pesca e in questo modo potrebbe acquistare una barca più grande. In un attimo, con l’aumento dei profitti, potrebbe comperare numerose barche. Alla fine avrebbe una flotta di pescherecci.”

Proseguì: “Invece di vendere quello che pesca a un intermediario, potrebbe vendere direttamente ai clienti e alla fine aprire un conservificio. Naturalemente dovrebbe lasciare questo piccolo villaggio costiero di pescatori e trasferirsi a Città del Messico, poi a Los Angeles e infine a New York, dove potrebbe gestire la sua impresa in espansione con un management appropriato.”

Il pescatore messicano domandò: “Ma senòr quanto ci vorrà per tutto questo?” Al che l’americano rispose “Quindici, vent’anni. Massimo venticinque.”

E poi, senòr?” 

L’americano rise e disse: “Questa è la parte migliore. Al momento giusto lancerebbe una IPO e venderebbe le azioni della sua società al pubblico diventando veramente ricco. Farebbe i milioni.”

“I milioni, senòr? E poi?”

“Al quel momento potrebbe ritirarsi e traferirsi in un piccolo villaggio costiero di pescatori, dove potrebbe dormire fino a tardi, pescare un po’, giocare con i suoi nipoti, fare una siesta insieme a sua moglie e girare per il villaggio la sera, per bere vino buono e suonare la chitarra insieme ai suoi amigos…”


Io voglio imparare ad essere la giusta via di mezzo e gustarmi la vita durante e non tenermi il “meglio” alla fine! 🙂

E tu, che ne pensi?

 

 

  3Commenti

  1. Stefania   •  

    Concordo pienamente! 🙂 Credo che durante le ferie… mi ritirerò e mi trasferirò in un piccolo villaggio costiero del bacchiglione, dove potrò dormire fino a tardi, correre un po’, giocare con mia nipote, fare una siesta insieme a chi amo e girare per il paese la sera, per bere vino buono e suonare la chitarra insieme ai miei amigos… 😉

  2. Federico Rizzo   •  

    Gustarsi la vita sempre … all’inizio alla fine e durante. Anche lavorare e ottenere risultati da gusto, non solo bere con gli amici e suonare la chitarra. Mi restano due certezze:
    1. gustarsi la famiglia
    2. non voglio arrivare alla pensione senza passioni per diventare un anziano signore che passeggia per la piazza pensando e raccontando quello che ha fatto da giovane e non quello che farà.
    alla prox amigos

  3. Valerio   •  

    Il lavoro appaga… se appassiona. Se avremo fatto qualcosa di grande potremo giocare con i figli come più ci piace e bere con gli amigos del Villaggio il VINO che più vorremmo. Al momento in cui tra un sorso e l’altro ci accorgiamo di lamentarci troppo del nostro standard di Vita, beh, quello e’ il momento per fare qualcosa di grande! Spinti dal desiderio di bere il Vino migliore. Puntare sempre al meglio, anche quando questo pare troppo lontano e irraggiungibile.

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